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La storia
Le prime notizie storiche risalgono al 1274, quando in un documento d’archivio della famiglia Castracani-Antelminelli (alla quale appartenne l’illustre signore di Lucca Castruccio) compare una dicitura riguardante un piccolo palazzo fortificato presso l’unica porta di ingresso al paese di Ghivizzano dove il palazzo è ubicato.
Per avere altre notizie, sempre da fonti d’archivio di famiglie nobili lucchesi (in questo caso la potente famiglia dei Guinigi), dobbiamo aspettare il 1429, quando, secondo le “croniche dell’epoca”, Paolo Guinigi signore della città di Lucca (dal 1400 al 1430) si rifugiò nel piccolo palazzo di Ghivizzano (ricevuto in eredità dalla prima moglie di Paolo Caterina degli Antelminelli) per sfuggire ai primi fermenti di rivolta contro la sua Signoria. Dopo la caduta della signoria dei Guinigi il palazzo passò per un breve tempo a Francesco Sforza disceso da Milano per ragioni politiche fino a passare alla famiglia Nuti (divenuta poi Ghivizzani) i quali, durante il XVI° secolo, cambiarono completamente l’aspetto da palazzo-fortezza a casino di caccia. 
 
 Le vecchie mura medioevali  del piccolo borgo furono inglobate in quello che diventerà la facciata sud dell’edificio stesso, andando a creare un passaggio-camminamento sotto le sale del palazzo oggi chiamato via Sossala (via Sossala = sotto le sale).
Le monofore e bifore,  diventarono grandi finestre incorniciate da stipiti ed architravi in pietra, conferendo alla struttura stessa un aspetto di palazzo di città.
Nel  1648, grazie ad un matrimonio tra la famiglia Nuti e la famiglia dei Marchesi Buonvisi, il palazzo passò a quest’ultima raddoppiando la sua superficie. Da questo periodo in poi verrà sempre ricordato come il “Palazzo dalle Cento Finestre”.
Agli inizi del 1900 la dimora diventò un convento-educandato femminile per volontà di Monsignor Camilli (nato in questo borgo) divenuto poi vescovo di Fiesole.
Recentemente il palazzo è tornato di proprietà degli ultimi discendenti della famiglia Buonvisi oggi Pisani Buonvisi, facendo tornare l’antica dimora ai suoi vecchi fasti.